Alcol in gravidanza e sindrome feto-alcolica: i consigli degli specialisti

ott 07, 2020

La comunità scientifica si sta interrogando sempre di più sull’incidenza di malformazioni o danni permanenti collegati all’uso di alcol in gravidanza. Alcune ricerche mostrano come la sindrome feto-alcolica sia molto più diffusa di quanto possa sembrare  

In caso di gravidanza è buona norma fare massima attenzione a tutto ciò che viene introdotto nel proprio corpo. Particolare attenzione è ovviamente rivolta verso alcol, droghe o fumo di sigaretta . Nonostante molte campagne di sensibilizzazione fatte negli scorsi anni e nonostante i costanti moniti di ginecologi e pediatri, un recente studio sulla sindrome feto-alcolica ha dato risultati inaspettati.

L’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato che il 7,6% dei neonati reca tracce di alcol assunto durante la gestazione. Negli altri stati europei la situazione non è migliore: una ricerca parallela effettuata in Spagna mostra come il 45% dei neonati espella con le prime feci tracce di alcol. Si stima che l’Europa sia il continente più interessato da tale sindrome. Ma cosa succede se si beve un bicchiere di tanto in tanto?

Sindrome feto-alcolica: quali sono le quantità tollerate?

Il problema risiede esattamente nella mancanza di studi sull’alcol in gravidanza , anche negli animali. Non essendoci evidenze scientifiche e date le ricerche contrastanti sui neonati si raccomanda un’assoluta astensione da alcol durante tutta la gravidanza. Di conseguenza, non esistendo una “soglia limite” è meglio evitare qualsiasi fattore di rischio.

alcon in gravidanza

La sindrome feto-alcolica, poi, non si manifesta solo con malformazioni genetiche ma potrebbe anche lasciare strascichi lungo il percorso di crescita del bambino come deficit del sistema immunitario e disfunzioni del sistema nervoso. In caso di stati eccessivamente gravi di alcolismo il neonato potrebbe presentare alla nascita classici sintomi da astinenza come vomito, tremori e convulsioni. Tali stati possono essere amplificati da situazioni di tabagismo ed abuso di stupefacenti.

Naturalmente la probabilità che tali sintomi si manifestino anche in donne che fanno un consumo sporadico di alcol in gravidanza non sono così elevate. Ma la barriera del rischio è veramente alta. Si consideri che una dose giornaliera di alcol, seppur piccola (ad esempio una birra grande o due bicchieri di vino), assunta durante il primo trimestre di gravidanza aumenta dell’11% la possibilità di incorrere in sindrome feto-alcolica.

Attenzione al primo trimestre

Il periodo più delicato è proprio quello in cui molte donne non sanno ancora di essere incinte. Durante il primo trimestre di gravidanza il feto si sviluppa e non dispone di barriere per espellere l’alcol assunto tramite il sangue della madre. Ecco perché in caso non siano utilizzati contraccettivi efficaci è consigliato di fare un consumo molto moderato di alcol per evitare conseguenze future.

In caso la madre non riesca assolutamente ad astenersi dal consumo di alcol è consigliabile richiedere aiuto a strutture specializzate o al proprio medico curante.

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